LA TELA

Le donne tessono.

Le donne siedono, muovendosi appena, nelle stanze precluse, e il telaio le incatena invisibilmente. Tesse Penelope come Calypso; tessono le donne nelle miniature dei codici; più avanti nei secoli ricamano e cuciono e più prosaicamente fanno la calza. Hanno la testa china, le mani indaffarate, la mente inesistente agli occhi del mondo. Loro diritto è tessere vele per le navi su cui gli uomini s’imbarcheranno, cucire tuniche sontuose che gli uomini esibiranno, ricamare a piccolo punto perché il poeta di turno possa struggersi sul candore delle loro mani.

La tela è la loro esistenza, di madre in figlia, di secolo in secolo; al filo tessuto altro se ne sostituisce, infinitamente, avvolgendo il senso del tempo. Chi non tesse ma guerreggia finisce al rogo come Jeanne d’Arc, chi non tesse ma costruisce castelli è un mostro come Melusina; colei che non tesse è sospetta.

Quando, in che momento dell’anima l’isolamento forzato si muta in scelta ambita, in unica possibilità, in volontà feroce? Quando diventa importante la stanza tutta per sé, la veglia solerte da dietro i vetri, il controllo dello spazio che ci circonda, esiguo quanto la panca del telaio, ma tutto e solo nostro?

Io non sono questo, questo essere  così dappoco che vi piace pensare. E con la tela vi ingannerò come Penelope – e senza tela vi combatterò come Bradamante. Astuzia o ferro, ogni arma è buona, e le userò tutte e se questo vi toglierà un poco di pace, ebbene pazienza.

Post a Comment

Your email is never published nor shared. Required fields are marked *