le ancelle

Tocca anche a loro, dopo tutti gli altri che hanno voci e volto.

Noi siamo qui, siamo presenze nella storia, dotate di voce ma senza parole, senza volti da ricordare. Abbiamo mani affaccendate e occhi che tutto osservavano, mentre strofinavamo le mense dei pretendenti con spugne intrise d’acqua, labbra chiuse, i capelli severi come una cortina tirata. Abbiamo ancora addosso l’odore vivo della tela della regina, che disfacevamo nella notte, tremando come foglie d’autunno.  

Siamo le ancelle fedeli, siamo coloro che tutto ricordano e lo hanno meditato e serbato nel loro cuore, quella mano vile che ci toccava al nostro passaggio e le nostre compagne, le traditrici, che ridevano di noi e incitavano al gioco crudele, la paura del buio e del troppo vino nelle vene di questi uomini, il timore delle loro armi, e noi così inermi. Euriclea e la regina non erano ovunque, non erano in ogni tempo qui a difenderci.

Abbiamo obbedito ai pretendenti nascondendo rancori e speranze; abbiamo taciuto davanti a Melantò mentre il cuore batteva nel petto come una pietra, mentre le mani si chiudevano a pugno. Abbiamo atteso, infinitamente.

E adesso a loro è toccato, a loro.

Abbiamo incontrato il nostro padrone, gridando di giubilo come uccelli a primavera, come ruscelli di marzo, come api di luglio. Ed egli ha pianto di pianto soave e negli occhi avevamo tutto l’orgoglio delle figlie amate e carezzate che bene hanno agito.

Le altre, le altre sono già fantasmi che si affollano alle soglie dell’Erebo con le mani ancora intrise di sangue e di terra, con i loro colli tirati, i loro occhi lacrimosi.

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  1. From Hortus conclusus - ODISSEO on 14 Mag 2010 at 9:18 pm

    […] Per ascoltare anche la voce di altri, partire da qui. […]

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