appunti di viaggio II

La pace, come la luce, che serena trascorre sull’Olimpo.

Il canto delle cicale diventa materia densa, ammaliante come la pasta d’oppio del conte di Montecristo. Scivola tra le crepe dei sensi. O tzitzeras o mitzeras.

A volte ho l’impressione che il mare mi fissi, verso l’ora del tramonto, quando cambia colore come cambiano gli occhi all’abbassarsi delle ciglia. Mi scruta e ha mille volti, diversi, reali, umani.

Le sirene dimorano in molti luoghi. Come scegliere uno scoglio solo, con tutto questo cielo da osservare voltandosi, al di sopra la spalla, con tutto il mormorìo segreto dell’acqua?

Scendi dalla barca. Fèrmati.


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